Margareth Dood-Serie di Aristotele, Libro

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chek94
view post Posted on 16/3/2011, 22:13




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Margaret Doody, l´autrice di Aristotele detective (il libro distribuito domani con Repubblica), ha raccontato più volte che la prima ispirazione per il suo personaggio le venne alla mente leggendo la Retorica del grande filosofo. In particolare, a colpirla è la capacità che Aristotele mostra di comprendere, accettare e insieme affrontare i lati più oscuri dell´animo umano. Non è questa, si deve essere chiesta la scrittrice, la qualità migliore di un detective? L´idea che sta alla base di questo e dei romanzi successivi, che vedono «il maestro di color che sanno» condurre indagini poliziesche nella Grecia del IV secolo, è insomma che l´attività investigativa per il pensatore non sia tanto un hobby, un piacere intellettuale (che pure ne è una componente fondamentale), ma quasi una conseguenza necessaria della sapienza filosofica.

Ma Aristotele detective, bisogna chiarirlo subito, è comunque un classico "giallo storico". La struttura del "Whodunit" è pienamente rispettata. Gli indizi che consentono di individuare il colpevole sono messi a disposizione del lettore e degli investigatori contemporaneamente. E l´ambientazione rigorosamente ricostruita consente di conoscere la vita quotidiana della società ateniese nei suoi aspetti più o meno edificanti.

Tutto inizia quando il narratore, il giovane Stefanos, accorre sul luogo dove è stato brutalmente assassinato il ricco Boutades, capo di una potente famiglia della città. Dell´omicidio viene accusato un cugino di Stefanos, Filemone, esiliato per aver ucciso un uomo durante una rissa. Stefanos, in quanto maschio più anziano della propria famiglia, deve difenderlo, e con lui l´onore di tutto il clan. Ma non sa da dove cominciare, e va a chiedere consiglio alla persona più saggia che conosce, appunto Aristotele, di cui ha seguito l´insegnamento che poi ha dovuto abbandonare per ragioni economiche. E l´indagine, piena di colpi di scena e di misteri che saranno chiariti solo nel finale, prende il via.

Aristotele e Stefanos costituiscono una coppia che richiama un po´ quella Sherlock Holmes-Dottor Watson e un po´ quella Nero Wolfe-Archie Goodwin. Da un lato il giovane è ingenuo come Watson e Aristotele-Holmes è continuamente costretto a spiegargli quello che sta accadendo. D´altra parte, è Stefanos-Archie a muoversi per la città alla ricerca di prove e indizi e a correre pericoli anche gravi, per poi riferire ad Aristotele-Wolfe che non si muove (se non eccezionalmente) di casa.
Nel romanzo si trova anche un altro genere classico, il legal-thriller. Ma qui, invece dei dettagli dei processi americani (che ormai, grazie a romanzi e telefilm, conosciamo benissimo fino nei segreti della procedura, meglio di quelli italiani), troviamo descritto un processo che si svolge nell´agorà ateniese, con tutti i suoi riti. Aristotele allena Stefanos alla prodicasia (l´udienza) per la difesa del cugino, non insegnandoli teoricamente le leggi della retorica, ma aiutandolo a tirar fuori il meglio di sé, con arte maieutica in verità molto più socratica che aristotelica.
Caratteristico invece del filosofo stagirita è l´esercizio nell´arte della logica, che molto lo aiuta in questo romanzo a giungere alla soluzione. Niente sillogismi, però, e nemmeno un uso esclusivo della deduzione come farebbe anche uno Sherlock Holmes: anzi quando c´è bisogno Aristotele ricorre volentieri anche alle induzioni e a qualsiasi tipo di inferenza.
 
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